David è arrivato nella nostra scuola lo scorso anno, portando con sé una storia di sfide e speranza.
A causa di una meningite, David è disabile dalla nascita e prima di entrare nella nostra scuola, trascorreva le sue giornate seduto su una sedia a rotelle sgangherata all'esterno di una capanna. La sua vita ha preso una piega diversa quando una volontaria dell'UNICEF locale lo ha notato. Parlando con la madre, ha scoperto che David desiderava andare a scuola. Purtroppo, le due scuole vicine a cui si erano rivolti non lo hanno accettato. In un contesto dove le classi contano tra i 75 e gli 80 bambini, accogliere un alunno sulla sedia a rotelle rappresentava una sfida significativa.
Quando mi è stato chiesto se fosse possibile accettarlo nella nostra scuola, la mia risposta è stata un immediato SÌ. Il nostro obiettivo è garantire a tutti i bambini, indipendentemente dalle loro difficoltà, la possibilità di ricevere un’istruzione.
Quando David è entrato nella nostra scuola, era la sua prima esperienza nel mondo dell’istruzione. Avrebbe dovuto frequentare la materna, non sapeva nemmeno tenere un gessetto in mano. Tuttavia, ho deciso di inserirlo in seconda elementare per permettergli di conoscere i suoi coetanei.
Questa scelta ha rappresentato una sfida sia per David che per le insegnanti. Col passare dell’anno scolastico, David ha superato ogni aspettativa. Ha imparato a leggere e scrivere e ha acquisito abilità matematiche fondamentali come addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni. La crescita e i progressi di David sono stati una fonte di grande orgoglio per tutti noi. Purtroppo, a maggio, la sua sedia a rotelle si è rotta definitivamente. Da quel momento, è diventato difficile portarlo a scuola, tanto che spesso dovevamo caricarlo sulle spalle.
Alla fine dell'anno scolastico, ho lasciato David e la sua famiglia con la promessa di trovare una nuova sedia a rotelle. Durante l’estate, ho parlato della sua situazione con una ragazza italo-francese. La sua reazione è stata immediata: ha coinvolto i suoi genitori, i quali si sono attivati per procurare due sedie a rotelle. Le sedie sono state donate e spedite in Italia, e io sono riuscita a portarne una con me in Africa.
Quando ho portato la nuova sedia a rotelle a David, ho voluto rendere l’evento speciale decorandola con palloncini, trasformando il tutto in una vera festa. La mamma lo ha portato a spalle, ma quando David ha visto la sua nuova sedia, ha cominciato a piangere di gioia. La mamma era felicissima e continuava a ringraziarmi, sottolineando che la sedia aveva le ruote adatte alle strade africane, fatte di terra e dissestate. Ma il ringraziamento non era destinato a me. Quel regalo era un dono di Dio, realizzato attraverso una ragazza in Francia che non conosceva le condizioni delle strade qui.
Assistere a questa scena mi ha profondamente onorata e commossa. Vedere la gioia di David è stata un’esperienza straordinaria, ma mi ha anche frustrata. Come è possibile che in un luogo come il nostro non ci sia la disponibilità di una sedia a rotelle? Per noi, che viviamo in occidente, è qualcosa di scontato, ma non qui.
La sua vita ci ricorda che, sebbene ci siano ostacoli e difficoltà, la solidarietà e l’amore possono fare la differenza. La storia di David è una testimonianza di quanto sia grande la provvideza di Dio.
---
Desirée